Se il Poligono avesse le ruote…

La Mikra S.r.l di Torino, azienda leader nella costruzione di poligoni di tiro con al suo attivo decine di impianti in esercizio ed in costruzione su tutto il territorio nazionale, ha progettato e realizzato il primo poligono mobile, in collaborazione con i funzionari responsabili ed i tecnici dei vari Enti preposti.

Il poligono mobile ha lo scopo di risolvere i problemi che comporta l’addestramento degli uomini dislocati in localita’ sprovviste di poligoni: difficoltà dovute al trasferimento degli uomini,all’impossibilita’ di realizzare un poligono tradizionale in ogni piccolo centro (elevato costo o mancanza di aree disponibili) e, soprattutto, temporaneo sguarnimento dei centri a cui gli uomini sono preposti per il servizio d’ordine.

Il poligono mobile MIKRA, unico nel suo genere, e’ costituito da 2 semirimorchi delle dimensioni di m. 12,50 x 2,50 trainabili senza scorta e comprende:

  • Box Direttore di tiro con centrale di comando
  • Galleria di tiro a 10 e 15 metri su sagome girevoli con controllo esito del tiro su monitor
  • Unita’ abitativa per 2 persone ad uso ufficio, zona giorno, zona notte ed annesso servizio igienico
  • Locali tecnici con gruppo elettrogeno, gruppo di ventilazione e aspirazione ed impianto di depurazione

CARATTERISTICHE ESCLUSIVE

Galleria di Tiro da 10 a 15 metri

La lunghezza della galleria di tiro (da 10 a 15 metri) viene raggiunta accoppiando i due semirimorchi allestiti allo scopo. L’unione avviene attraverso i portelloni di coda, con un dispositivo di aggancio automatico che “cattura” l’altro semirimorchio quando si trova a due metri di distanza. Il telaio di ognuno dei due rimorchi dispone di un sistema di trazione autonoma, il quale svincola il veicolo dalla presenza del trattore. Ciò è possibile grazie a un carrello anteriore (in corrispondenza dei piedini di appoggio) che sfrutta motori oleodinamici. Il movimento è assicurato da una pompa, azionata da un motore elettrico che utilizza l’energia erogata da un generatore a scoppio. Il telaio dei semirimorchi è utilizzato anche come canalizzazione per cablaggi elettrici, le tubature dell’acqua e le condotte dell’aria.

  • Possibilità di manovra senza trattori con conseguente installazione in aree ridotte. La MIKRA ha voluto risolvere con la trazione autonoma il problema del posizionamento nei cortili più angusti o in zone in cui l’articolato manovra con difficoltà. Il sistema di sospensioni pneumatiche con impianto di livellamento automatico a veicolo fermo consente inoltre l’impiego del poligono su terreni irregolari.
  • Alimentazione elettrica da rete esterna o da gruppo elettrogeno di cui è dotato il mezzo
  • Impianti di isolamento termico per l’utilizzo con temperature esterne da -30 C a + 55 C. La furgonatura è stata realizzata con speciali sandwich di vetroresina e acciaio per garantire un adeguato isolamento termico e acustico
  • Galleria di tiro depurata da ossido di carbonio e polveri di piombo a norma di legge
  • Assorbimento ed isolamento acustico con ridotta rumorosità all’interno ed esterno della galleria
  • Sicurezza dell’uomo interno ed esterno galleria
  • Addestramento di un elevato numero giornaliero di tiratori
  • Pareti insonorizzate e blindate che consentono che le esercitazioni avvengano senza arrecare danno alcuno all’ambiente esterno

UN PO’ DI STORIA: DALLA PROGETTAZIONE ALLA REALIZZAZIONE

Maometto e la Montagna : versione odierna

Nell’aprile del 1981 il Dipartimento regolamento’ ex novo procedure e tecniche per l’addestramento al tiro, attraverso l’emanazione di una circolare che introduceva, fra gli standard, il tiro rapido.
In quell’anno il piano di costruzione dei poligoni in galleria era alle prime battute, con 17 strutture operanti sulle 52 preventivate. La realizzazione del programma faceva affidamento principalmente sulle aree addestrative all’aperto di pertinenza dell’esercito, le cui disponibilità tuttavia, vennero meno nell’estate successiva. Per evitare la stasi addestrativa vennero esaminate delle alternative, fra cui l’iscrizione del personale decentrato alla sezioni del Tiro a Segno Nazionale (TSN), vista la loro diffusione sul territorio.
Tale soluzione, pur se idonea a fronteggiare il problema nell’immediato, non appariva soddisfacente sul lungo periodo, soprattutto in quanto presupposti e tecniche del tiro sportivo non sono ovviamente paragonabili alle esigenze del tiro di polizia.
A titolo di esempio, per il TNS la distanza arma-bersaglio non scende mai sotto i 25 metri (per le armi da fuoco), non è ammesso il tiro celere mirato e il tiro a raffica.
A questo punto la situazione degli impianti addestrativi era cosi’ riassumibile: parziale disponibilita’ dei nostri poligoni, totale indisponibilità di quelli dell’esercito, limitata rispondenza di quelli del TNS. Il tutto poteva apparire sconfortante qualora visto nell’ottica tradizionale, secondo la quale l’uomo va all’impianto. E se invece avessimo ribaltato i termini?
Già, questo era il punto: la struttura che va dagli uomini, piuttosto dell’opposta abitudine, peraltro tale in quanto sinora priva di alternativa.
Nasce cosi’ l’idea del poligono mobile.

Sviluppo

La progettazione del complesso seguì alcune linee fondamentali che possono essere così riassunte:

  • l’ingombro avrebbe dovuto essere tale da non richiedere la scorta durante i trasferimenti
  • la galleria di tiro doveva misurare non meno di 15 metri
  • l’organizzazione interna avrebbe dovuto riprodurre le dotazioni standard dei poligono in galleria in esercizio, per ovvi motivi di omogeinità di impostazione del personale.
  • doveva essere ricavata un’unità abitativa coompletamente autonoma per non meno di 5 giorni (luce, acqua, riscaldamento-condizionamento), in grado di accogliere confortevolmente l’equipaggio, composto da due uomini

Il Poligono prende forma…

Per ottenere i 15 metri di galleria richiesti, senza sconfinare nei trasporti eccezionali, non vi era altra soluzione al di fuori dei due semirimorchi. Una coppia di telai mensolati a due assi da 12,50 x 2,50 costitui’ la robusta struttura di base.
I due semirimorchi vennero distinti in SR1 e SR2, in quanto differenziati nelle dotazioni e nelle funzioni: l’ SR1 alloggia un vano servizi contenente il gruppo elettrogeno ed i sistemi di ventilazione, depurazione e riscaldamento, il box del direttore di tiro, gli stalli per i tiratori, e circa meta’ della galleria di tiro ; l’SR2 ovviamente l’altra metà, il fermapalle completo di sistema di aspirazione e depurazione fumi e l’unità abitativa.
Differenze sono riscontrabili anche nella meccanica in quanto l’SR1 è dotato di un gruppo oleodinamico di manovra per l’aggancio dei due semirimorchi.
La progettazione del sistema di congiunzione si è dimostrata una delle parti tecnicamente più impegnative. L’intero apparato è stato infatti ridisegnato due volte: la prima stesura comportava l’esecuzione manuale della manovra d’aggancio che attualmente è eseguibile da un solo uomo, in quanto interamente servo-assistita. Altra questione oggetto di particolare cura è stata la ventilazione della galleria e la filtrazione del gas di sparo. La portata e la direzione del flusso sono state calcolate in modo da impedire il contatto tra fumi e tiratore.
Le griglie di mandata sono collocate all’altezza dell’arma ed orientate verso il fermapalle.
Anche quest’ultimo dispone di impianto d’aspirazione; i relativi fumi sono accuratamente filtrati e lavati ad acqua nebulazzata prima dell’immissione nell’atmosfera.
La coibentazione è ottenuta con una struttura a sandwich in grao di mantenere la temperatura ambiente anche con escursione da -20 C a + 40 C.
Anche l’insonorizzazione ha richiesto molta attenzione: poichè un colpo d’arma da fuoco raggiunge i 140 decibel circa, si è reso necessario impiegare notevoli quantità di fonoassorbente per abbattere il livello sonoro sino a 70-80 decibel (a 3 m) corrispondenti all’ordine rumore ambientale urbano.
L’impianto elettrico è alimentato sia a rete che attraverso due gruppi (principale ed ausiliario).
L’ausiliario provvede all’illuminazione dell’unità abitativa e fornisce l’energia necessaria per l’illuminazione di emergenza dell’intero complesso.
Nel caso in cui il poligono sia utilizzato parzialmente – come capita ad esempio durante le pulizie, la manutenzione o l’addestramento in bianco – il gruppo ellettrogeno principale non entra in funzione in quanto l’ausiliario è dimensionato per fornire sino al 50 % dei lux fornibili dal principale.
La ricarica delle batterie avviene qualunque sia l’alimentazione (CA o CC).
Il poligono mobile è completo di impianto antincendio, basato, su otto sensori termici sottoposti a due centraline elettroniche, una per ogni semirimorchio, in modo da assicurare il funzionamento anche in marcia. In caso di incendio le centraline attivano gli spruzzatori, che riversano sul focolaio circa 50 kg di gas inerte che non produce effetti fisiologici negativi e non danneggia gli impianti.

La galleria di tiro

Nel poligono ritroviamo le installazioni-tipo degli impianti fissi dell’ultima generazione. Dal box del Direttore di tiro, separato dalla galleria da una lastra di blindovetro stratificato, sono governabili tutti gli impianti.
Il Direttore di tiro può condurre l’esercitazione impostando il ciclo addestrativo in automatico o manualmente, oppure abilitare il quadro comando degli stalli tiratori alla movimentazione diretta dei bersagli.
I sistemi di comunicazione tra box e galleria sono duplicati ; a mezzo interfono il direttore può comunicare con i tiratori, con gli istruttori o con l’esterno del poligono; attraverso le cuffie radio-riceventi a disposizione dei tiratori e degli istruttori è possibile impartire le direttive ai singoli allievi e agli istruttori o ad entrambi, in contemporanea.
Il controllo dei risultati avviene col consueto metodo della TV a circuito chiuso , i cui monitor si trovano sia negli stalli che nel box del direttore di tiro.
I supporti dei bersagli girevoli sono collocati ai 10 e a 15 metri; durata ed intervallo di apparizione della sagoma sono programmabili.
Le relative telecamere si accendono automaticamente in funzione della distanza prescelta.
Il fermapalle è del tipo a persiana, visti i ridotti spazi a disposizione che opera frantumando e convogliando le pallottole sino ai cassetti posti alla sua base, attraverso una serie di rimbalzi consecutivi.
Anteriormente al fermapalle è installata una serie di teli antirimbalzo. La disposizione, la composizione e lo spessore sono tali da trattenere i frammenti di pallottola che dovessero essere respinti verso gli stalli.

L’unità abitativa

E’ stata concepita in modo da consentirne il triplo utilizzo; può fungere da ufficio e come tale disponde di una scrivania ripiegabile oppure da cucina, con fornello, lavello e frigorifero; per la notte vi sono due letti ribaltabili a parete.
L’accurata progettazione dell’insieme è evidenziata dal fatto che l’arredamento è a scomparsa, in modo che ciascuna funzione non interferisca con le altre.